mercoledì 4 marzo 2009

La caccia

La scorsa settimana al Teatro Ambasciatori è andato in scena "La Caccia", uno spettacolo di Luigi Lo Cascio, ideato dallo stesso Lo Cascio e da Nicola Console, Alice Mangano e Desideria Rayner, liberamente ispirato a "Baccanti" di Euripide.

Vari elementi hanno reso questo spettacolo particolarissimo, uno dei migliori (se non il migliore in assoluto) tra quelli finora rappresentati quest'anno tra i facenti parte del cartellone del Teatro Stabile di Catania. Innanzitutto si tratta di un'opera sicuramente sperimentale, che con "Baccanti" non ha nulla a che vedere se non un'"ispirarsi" che ha dato luogo a qualcosa di veramente nuovo e fortemente contaminato dalla società moderna.
Luigi Lo Cascio, nel ruolo di Penteo, è l'unico attore sul palcoscenico, ed è affiancato solamente da immagini video che integrano la sua recitazione; particolarità dello spettacolo sono degli spot pubblicitari fittizi (quattro considerando anche quello finale), raro esempio di interruzione "intelligente" che permette di risvegliare l'attenzione, al contrario delle volgari pubblicità che finiscono solo per far perdere interesse in ciò che si sta guardando. Molti spunti di riflessione comprensibili su diversi livelli, alcuni più oscuri. Uno spettacolo che chi ha giudicato positivamente ha definito "da rivedere", anche subito dopo essere uscito dalla sala, per cogliere più dettagli ma soprattutto per il puro piacere di vedere una simile recitazione dal vivo e quindi per sentirla esclusivamente "per sé".

Inoltre, raramente accade che gli attori e le altre persone coinvolte nella produzione di uno spettacolo teatrale si rendano disponibili al "pubblico" come è accaduto in questo caso. Infatti, Luigi Lo Cascio ha partecipato a vari incontri durante la settimana: giovedì 26 ai Benedettini (un incontro organizzato dal Teatro Stabile e dall'Università di Catania), venerdì 27 al Liceo Galilei (incontro per alcuni alunni del Liceo organizzato dalle prof.sse Nocerino e Orlando) e sabato 28 presso la libreria Cavallotto, mostrandosi sempre disponibile, dando con le sue parole un'ulteriore dimostrazione di essere non solo un ottimo attore, ma di avere anche inaspettate capacità creative.

Un ultimo consiglio per tutti quelli che, dall'alto della loro "età" ed "esperienza", hanno letto la frase "liberamente ispirato a 'Baccanti' di Euripide" facendo scattare nel loro cervello un alogico meccanismo per cui si aspettavano una fedele rappresentazione dell'originale tragedia greca: dimenticate quella frase. Fingete di non aver mai letto una simile piccola scritta, quando si ripresenterà una situazione simile, godetevi lo spettacolo e forse riuscirete a valutarlo oggettivamente, liberi da confronti impropriamente instaurati che quella stessa scritta dovrebbe portarvi a evitare. Forse così riuscirete ad apprezzare il teatro attuale e le sue tecnologie, che ci permettono di rappresentare fedelmente opere antichissime così come di presentarne rivisitazioni originali e comunque valide, che ci permettono una molteplicità preziosissima che purtroppo viene data per scontata. Ricordatevi della relatività delle vostre convinzioni: quella che per voi è la tradizione, può essere stata un tempo innovazione, che a sua volta ha dovuto confrontarsi con una precedente tradizione. Purtroppo o fortunatamente, probabilmente ciò che oggi consideriamo innovazione sarà un giorno tradizione.




Fiammetta Longo

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